Una cosa che ricordo di quando ero bambina e che adoravo tantissimo, erano i viaggi in auto con la mia famiglia per le campagne di Putignano
Ma non i lunghi viaggi, quelli da intere notti in autostrada. Certo, belli anche quelli, il buio della notte e i paesi illuminati, li riconoscevi solo da un mucchi di luci in bilico su un pendio, o giù da un ponte.
No, i viaggi che mi piacevano erano quelli della domenica pomeriggio, in auto per una passeggiata ma senza andare in capo al mondo ma avere lo stesso la sensazione di perdersi e scoprire nuovi paesaggi, valli, colline, boschi, trulli, masserie. Il cambiamento del paesaggio e dei suoi colori dietro ad una curva o oltre una collina
Quando si è bambini ogni cosa è una scoperta. E quello che agli occhi degli adulti era una semplice campagna, per me era la scoperta di un angolo di mondo.
Si amavo quelle passeggiate in auto tra le campagne del mio paese fino a raggiungere i paesi limitrofi cosi, percorrendo quelle strade quasi dimenticate. Piccoli viottoli stretti, fiancheggiati da alti muretti a secco (oggi dichiarati patrimonio dell’unesco) con curve a gomito, dove, se ti capitava la sfortuna di un’auto, di una moto, di un carretto trainato da cavalli che ti veniva incontro, dovevi infilarti nel primo varco di un muretto. O fare retromarcia fino al primo spazio di sosta possibile per permettere all’altro di passare.
E cosi ci si perdeva tra le campagne con il proverbio che “tutte le strade portano a Roma” che di dava la sicurezza che a casa saresti ritornato, benzina permettendo!!!?